9 settembre 2008

LIETO FINE...




Ci sono cani che ti festeggiano al primo incontro.
Estroversi e innamorati degli umani, accolgono volontari e visitatori regalando baci e abbracci a non finire.
Fanno di tutto per attirare l’attenzione.
Artù (oggi felicemente adottato) aveva escogitato un infallibile sistema per farsi coccolare: fingeva una sorta di malore fisico che spariva non appena mani premurose si posavano su di lui per accarezzarlo.
.Esiste, poi, un’altra realtà. Quella dei cani schivi, sfuggenti, intimoriti da volti sconosciuti e da gesti improvvisi. Silenziosi, defilati, fanno capolino dai loro box e trascorrono le ore di libertà inghiottiti dalla vegetazione del bosco.


Se potessero parlare, racconterebbero storie di solitudine, di reclusione in serragli isolati, di vita randagia ai margini di centri abitati.
Se potessero parlare racconterebbero un’esistenza senza amore.


Questi cani - spesso - sono destinati a trascorrere tutta la vita in canile.
Loro sono i cani INVISIBILI

Pochi sono in grado di “vederli” davvero.
Ma a volte succede...


Succede che una persona speciale posi l’attenzione su uno di loro. Succede che sia subito feeling, intenso e reciproco. Perché il vero amore è sempre ricambiato.


Questa è la storia di Francesca, persona speciale, e di Mozzi, cane invisibile.


Si sono riconosciute e scelte fin da subito. Era una calda mattina di Luglio, il primo giorno di Francesca come volontaria. Il suo sguardo si posò immediatamente sulla cagnolina schiva e timorosa che la scrutava incuriosita a distanza di sicurezza.


Quello stesso giorno Mozzi si lasciò accarezzare. Nessuno l’aveva mai vista così.

Nei giorni successivi sono seguiti incontri fatti di parole sussurrate, carezze, passeggiate al guinzaglio.
Le ultime difese di Mozzi si stanno sciogliendo.


Presto sarà pronta per seguire Francesca a casa.
Nella LORO casa.
.
Come diceva Calvino...."le fiabe sono vere".

Chi sei?" domandò il piccolo principe, ""Sono una volpe", disse la volpe. "Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, sono cosi' triste..." "Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomestica". "Ah! scusa", fece il piccolo principe. Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: "Che cosa vuol dire "addomesticare"?" (…) "Vuol dire creare dei legami..." "Creare dei legami?" "Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io saro' per te unica al mondo".(…) "Per favore, addomesticami", disse. (…)"Che cosa bisogna fare?" domando' il piccolo principe. "Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po' lontano da me, cosi', nell'erba. Io ti guardero' con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' piu' vicino..."
Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe
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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Che aggiungere...

ho versato qualche lacrima...

dalla GIOIA per questa bella
notizia!

Robertino
Volontario.

Anonimo ha detto...

Mentre ti scrivo ho gli occhi lucidi...impossibile non provare emozione ascoltando questa storia.
Un abbraccio sincero a te Franci ed alla tua dolce Mozzi, DaniMar.

fotografavoditutto ha detto...

ho imparato a postare i commenti... vi ringrazio tutti per le attenzioni e per gli incoraggiamenti che mi avete dato...
Un abbraccio
Franci&Mozzi