17 agosto 2010

STORIA DI UN CUCCIOLO CRESCIUTO TROPPO (ADOTTATO!)

Non sappiamo niente del suo passato. Proviamo a giocare di fantasia: magari non ci allontaniamo troppo dal vero…
Black ha pochi mesi. E’ un adorabile orsetto dal pelo lanoso e vaporoso: un morbido e avvolgente abbraccio di lana. Goffo, simpatico, divertente come i cuccioli sanno essere. Compagno di giochi per i bambini- che tanto hanno insistito per averlo- è riuscito a conquistare anche mamma e papà che, in verità, qualche dubbio all’inizio lo avevano.
E’ vivacissimo, un allegro tornado in casa; ma è ancora piccolo e i guai che combina sono proporzionati alla mole. E poi è così divertente vederlo mentre si arrampica sul divano o fa l’equilibrista su due zampe per ricevere attenzioni! Ci sarà tempo per educarlo e fargli capire quello che deve e non deve fare!
blackMa il tempo passa in fretta e quelle zampe, che già a 2 mesi lasciavano presagire una taglia tutt’altro che small, diventano poderose colonne a sostegno di una muscolatura potente. Black continua a salutare le persone con “abbracci” calorosi e a mordicchiare le mani per gioco, come faceva da cucciolo. Perché, del resto, avrebbe dovuto abbandonare un comportamento che è stato permesso e addirittura premiato in passato? Ma ora non è più un morbido peluche, bensì un maestoso ed elegante esemplare di dimensioni imponenti, dotato di grande forza fisica. Ergo… certe brutte abitudini non sono più tollerate.
Viene, così, relegato in un piccolo recinto dove non ci sono divani su cui saltare con zampe fangose né persone da infastidire con festosa esuberanza. Le passeggiate si fanno sempre meno frequenti. Nessuno gli ha insegnato la condotta al guinzaglio e nessuno, ora, è disposto a farsi trainare dall’energia di un cane giovane, forte, curioso. Si annoia mortalmente, Black. Scorre sangue di Terranova nelle sue vene e ha un bisogno viscerale del contatto umano, di sentirsi parte integrante del branco. Non vede mai nessuno se non per pochi minuti al giorno. Ammazza il tempo scavando buche e ululando alla luna, tra le proteste dei vicini.
Un giorno il cancello del recinto rimane “inavvertitamente” aperto , Black scappa via a perdifiato, assaporando l’ebbrezza della libertà. Ha sempre amato correre nel vento. “Non tornerà! La sua curiosità lo porterà lontano… non ha microchip…non potranno rintracciarci …no, non era proprio il cane adatto a noi!.” Bisbigliano complici papà e mamma, mentre i bambini, seppur preoccupati per la sorte del gigante nero, si consolano cercando di strappare ai genitori una nuova promessa: “se Black non torna prendiamo un cucciolo?” -Vedremo…ma che sia di taglia piccola e più educato!”
Era una fredda giornata di Gennaio quando vedemmo Black per la prima volta: canile sanitario, Box numero 10. Occhi nocciola, due fiamme liquide splendenti a contrasto con il manto nero reso frisé dalla pioggia. Il nasone umido, schiacciato contro le grate, fiutava insistentemente l’aria alla ricerca di odori familiari. Difficile dimenticare quell’espressione incredula, disorientata e triste.
Sono passati quattro mesi da allora. Black ha accettato la vita in canile. In certi momenti sembra addirittura felice: adora correre nel bosco, giocare, ingaggiare sfide con lo zampillo dell’acqua. Ma il tempo concesso fuori dal box non può bastargli. E’ un gigante dalle infinite energie con un forte bisogno di libertà e di spazi aperti. Nonostante sia cresciuto senza regole sta apprendendo velocemente “le buone maniere”: il suo desiderio di compiacere le persone da cui si sente amato è commovente. E’ buono, affettuoso e socievole. Ultimo e non trascurabile particolare: Black è bellissimo.
Elisabetta  M. Casentino 2000, Luglio 2010
 

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