21 gennaio 2012

A SPASSO CON WENDY

wendy

Wendy è in canile da diverso tempo ma, ad essere sincera, fino a poco tempo fa non mi ero accorta di quanto fosse speciale. Mi cospargo la testa di cenere e faccio penitenza. Una svista imperdonabile!

Voglio raccontarvi come è nata la nostra amicizia.

Di buon mattino arrivo in canile per accompagnarla a fare un controllo veterinario. E’ la prima volta che esco con lei e mi chiedo come si comporterà in macchina. Farà il diavolo a quattro addentando la tappezzeria e risputandola con la veemenza degna de “L’esorcista”? Si farà visitare tranquillamente dal veterinario o lo morderà non appena io avrò pronunciato la fatidica frase: “Non si preoccupi dottore, non serve la museruola, è una canina buonissima”! Vedremo….

Mi accoglie gioiosa e, alla vista del guinzaglio, si siede aspettando felice di indossarlo. Brava! L’inizio è ottimo. La “ragazza” ha un collo taurino e una testolina minuta, perciò qualsiasi collare è destinato a sfilarsi facilmente. Sorrido di fronte a questa simpatica sproporzione e decido di metterglielo ugualmente, voglio evitarle l’umiliazione della pettorina che la fascerebbe come un insaccato.

Apro lo sportello dell’auto, pronta a qualsiasi reazione: zampe puntate, dietrofront ostinati o strategie più subdole, del tipo: “spiaccicamento” a terra a mo di sottiletta. Della serie: sono già morta, sei arrivata tardi per la visita!

307224_2130838963340_1616979417_1985879_1743655650_nE invece salta in macchina con un’agilità insospettabile, si siede e mi scruta, impaziente di partire. Per strada la osservo dallo specchietto retrovisore: contempla assorta il panorama, mentre il vento le scompiglia la barbetta bianca. Poi si acciambella sulla coperta di lana che ho steso per lei e poco dopo cade in un sonno profondo. Mi intenerisce vederla tanto felice per così poco: un giro in macchina, una coperta morbida e qualche carezza. Ripenso al giorno in cui arrivò in canile: magrissima, affamata e infreddolita. Temevamo che non si sarebbe ripresa ma il suo amore per la vita ha trionfato. Sono di lacrima facile, meglio distogliere la mente da pensieri tristi! Accendo la radio, anche per testare la sua reazione a suoni e rumori che suppongo sconosciuti. Per tutta risposata Wendy inizia a russare, quasi a ritmo di musica.

Arriviamo dal veterinario. Nella sala d’aspetto è perfettamente a suo agio. Saluta i presenti come se fossero vecchie conoscenze. Bacia le mani di tutti, si struscia alle gambe di una gentile signora vestita di bianco e scodinzola festosamente.

Ad un certo momento la sua attenzione è colpita da un trasportino dove un gatto gigantesco sta gonfiando come una mongolfiera. Curiosissima ma ignara del linguaggio felino, Wendy spiaccica il nasone contro la finestrella. Non faccio in tempo a tirarla indietro che spuntano fuori cinque unghie rapidissime, accompagnate da un soffio minaccioso. Lei, che è riuscita ad evitare il graffio per un pelo, mi guarda divertita e scodinzola allegra: che esperienza esaltante! Intanto il gatto, super eccitato, continua a brontolare e a scalpitare, ingaggiando- probabilmente- una lotta contro se stesso.

E’ il nostro turno; mentre la sollevo per sistemarla nel lettino mi è chiaro che il cane magrissimo di un tempo è solo un lontano ricordo: una dieta è d’obbligo. Anche l’esperienza dell’ecografia è per lei entusiasmante: apprezza così tanto quella specie di massaggio che quasi si assopisce. Fioccano complimenti da parte dei veterinari mentre il mio orgoglio sale alle stelle. Si sa, per noi volontari i cani son “pezzi ‘e core”.

La diagnosi non desta preoccupazione, possiamo tornare al canile tranquilli. Eh già, bisogna proprio tornare al canile; Wendy non ne sarà felice….

Niente affatto! Miss Allegria varca la soglia del rifugio trotterellando gioiosa, soddisfatta di aver trascorso qualche ora in un modo diverso dal solito. Se potesse parlare sicuramente racconterebbe agli amici di un viaggio esaltante su una coperta tutta sua, del vento fresco sul tartufo, del massaggio rilassante ricevuto in una beauty farm. Prenderebbe in giro un gatto che credeva di essere una mongolfiera e racconterebbe di aver conosciuto tante persone, alle quali ha cercato di far capire che non importa essere bellissimi per piacere. La simpatia , la dolcezza e l’allegria sono doti intramontabili.

Mi allontano e penso a quanto poco basti per rendere felice un cane che non ha avuto proprio niente dalla vita e festeggia quel poco che riceve come un dono prezioso, da custodire negli occhi e nel cuore.

Elisabetta M. Casentino 2000, Gennaio 2012

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi sono commossa...
spero un giorno di avere la possibilità di avere di nuovo un cane nella mia vita.
Patrizia